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A cura di Daria Tromba
Salve a tutti. Sono Daria Tromba, la vostra esperta musicologa che vi regalerà nuove e entusiasmanti recensioni alla scoperta di gruppi musicali o simili che, non trovando spazio nel mondo discografico delle multinazionali, abbiamo deciso in qualche modo di aiutare dandogli la giusta visibilità e il giusto credito all’interno di questa rubrica.

Un chiarimento è necessario: non è un caso che sia passato così tanto tempo dall'ultima recensione. I motivi sono molteplici, ma per non rischiare di annoiarvi citerò qui di seguito solo i principali: prima di tutto la volontà era quella di far maturare le nuove proposte in modo da poterle lanciare nel momento clou della loro carriera per non rischiare di "bruciarli" anzitempo; il secondo motivo è che si è appena concluso un periodo "nero" per le nuove proposte musicali: sconvolgimenti, cambi di formazioni, acquisti e cessioni, locazioni di strumenti musicali, l'ICI e L'IRPEF insieme con quella dannata invasione di cavallette, hanno bloccato letteralmente le produzioni sonore mentre le case discografiche facevano fronte al crollo delle loro azioni in borsa e a problemi come la stipsi e il mal di stomaco; l'ultima motivazione, anche in ordine di importanza, è la denuncia per plagio della ricetta dei ravioli al lardo di colonnata di Suor Germana pervenutami qualche mese fa.

Ma bando alle ciancerie voglio subito presentarvi due dischi che hanno dell'incredibile!
Si tratta di due artisti stranieri, due capolavori della musica contemporanea. E vi dico solo che da quando ho ritrovato i loro cd accanto al cassonetto della 'monnezza nel mio cortile, non ascolto che loro. E mentre mi gusto a tutto volume i loro brani, puntualmente mi scoppiano le unghie dei piedi dalla gioia. L'ultima volta anche il mio vicino di casa ha manifestato il suo gradimento. Infatti subito dopo aver sfondato la porta di casa mia con un calcione, il mio naso già grondava sangue copiosamente in seguito ad una gomitata, mentre, grazie all'ausilio di una mazza ferrata, distruggeva lo stereo e la mia collezione di soldatini di gesso… segni evidenti di apprezzamento.

Il primo disco è del magnifico BEN THISTAR il cui titolo è The Innocent & the Criminal.
È un'opera autobiografica in cui il cantautore alterna nelle prime 12 tracce pezzi dai testi socialmente impegnati (ponendo l'accento su valori e temi quali l'amore, l'amicizia, la famiglia, l'importanza di un pasto caldo, la prudenza sulle strade, il colpo della strega ecc.), a testi di una violenza inaudita come ad esempio "Your house is burning, thanks to me" o "When you cry because…" nella quale Ben racconta di aver fatto esplodere con 15 raudi la Barbie della sua sorellina.
Ma di sicuro la canzone che meglio riassume il senso dell'intero cd e che riesce a regalarci un quadro chiaro della personalità dell'autore è la magnifica "Living together my schizophrenia" (trad. "Convivere con la mia schizofrenia", ndr).
Il cd lo potrete acquistare al prezzo onesto di 37,45 euro e in regalo riceverete un adesivo con il simbolo della pace insieme e un coltello a serramanico. Affrettatevi a comprarlo prima che la produzione venga bloccata, visto che i testi sono sotto inchiesta giudiziaria e affidati ad un team di psicologi, mentre Ben Thistar è rinchiuso in un manicomio criminale di Newcastle e non è dato sapere quando riuscirà a regalarci nuovi capolavori.

Ma passiamo subito alla seconda recensione:
Si tratta di un'artista islandese dalle origini sarde, il suo nome d'arte è Laürork mentre il titolo dell'album è Post-iccio.
Questa cantante, grazie alla perfetta padronanza di 8 lingue, oltre a proporci pezzi nei più svariati idiomi, riesce a degustare contemporaneamente 6 ghiaccioli di gusti diversi senza farli sciogliere: incredibile!
Credo che sia più utile in questa sede ricordare solo i titoli delle tracce in lingua italiana. D'altronde le canzoni scritte in ostrogoto o in dialetto curdo potrebbero interessare solo i pochi appassionati.
È per questo che voglio segnalare in particolare il pezzo cardine tra le 123 tracce del cd, e cioè la mitica "Questo pane è raffermo", il cui testo denuncia l'incuranza e la trascuratezza delle tradizioni di un focolare domestico che si rispetti a scapito di una vita dai ritmi fin troppo frenetici. Ma c'è da dire che quasi tutte le canzoni di Post-iccio scaturiscono dall'analisi delle piccole cose della vita quotidiana che vengono sostituite, posticciamente appunto, da finti surrogati. "Questo disco, ahiò, vuole solo essere lo specchio della società", dice Laürork nell'intervista riportata nel libretto di 3 volumi che accompagna il cd. "Noi non ce ne rendiamo conto", continua, "di tutto ciò che stiamo perdendo! È assurdo che le nostre attenzioni si rivolgano esclusivamente a bisogni marginali, finti e artificiali. Recuperiamo i nostri valori, ciò che ci appartiene da secoli, i nostri spazi… Io ad esempio tre giorni fa sono riuscita a riappropriarmi del mio bagno che mio fratello occupava da circa 6 anni!"… .e non perdetevi il resto dell'intervista.
Tra le altre: "Le mezze stagioni: le rivoglio!" o la ballata animalista "Togliete la capra da sotto la panca", mentre la canzone più forte è "Quel bambino che ha capito tutto e si è trasferito nel cortile occupandolo con ostinazione nonostante le angherie del vicinato".

Ciao e alla prossima!