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Critica musicale:
Depandesca & The Bad Seeds
Depandesca & the Bad Seeds

DEAD VILLAGE BALLADS live
Chilum Records, 2001
[Tre Compact, confezione regalo]
£ 98.000



Depandesca & The Bad Seeds non hanno deluso le aspettative: Dead Village Ballads, vera e propria icona del dark-rock (contaminato da risonanze porno-etniche), si presenta come uno dei migliori album attualmente in circolazione. C’e tanta poesia in questo disco, ma non quella recitata la notte di Natale davanti ad un nugolo di parenti adoranti, o quella piena di parole d’amore che ci si scambia in un auto dai finestrini appannati, ma la poesia ambigua e fosca di una generazione maledetta ed emarginata.
Secondo alcuni, il disco live, registrato durante un megaconcerto tenutosi nello stadio Comunale di Bastardo (PG) nell’estate del ‘99, non sarebbe altro che un omaggio alla memoria del defunto Marchese de Sade, uomo perennemente in bilico tra culinaria e trasgressione, e primo compositore del genere gotico fiammeggiante.
Formatosi all’Accademia Navale di Perugia, Depandesca ha esordito col non fortunatissimo singolo "Il Papa e il Sole: massima felicità", che ha venduto solo sette copie, distribuite tutte in famiglia. I favori del pubblico sono, invece, giunti con la pubblicazione (clandestina) del primo album, "Dai fuoco al mio ombrellone", che ne ha consacrato lo spirito anticonformista e ribelle, oltre all’innato talento visionario e all’inspiegabile incapacità di produrre un suono articolato, non solo da qualsiasi strumento musicale conosciuto, ma anche da ogni oggetto presente in natura. Da tempo, ormai, i media lo attaccano ferocemente a causa della sua dissacrante immoralità, ma lui si difende lanciando strali contro il Governo e le Organizzazioni di Consumatori che definisce: “Aberrazioni cliniche senza scopo di lucro di corpi statali contundenti”, frase che risulta pesantemente offensiva, sebbene nessuno riesca ad afferrarne il significato.
Per quanto riguarda Dead Village Ballads, "Ucciderei per non avere tanto freddo" si propone come canzone di punta, ricca di atmosfere e di premonizioni, mentre le dolcissime armonie di "Killin’Babbuine" smuovono anche gli animi più aridi e insensibili. Segnaliamo inoltre "Narici e salici", dedicata al fratello carpentiere, cocainomane ed erotomane, e la rutilante "Figli di una sigaretta al tungsteno", in evidente polemica con l’apertura abusiva di villaggi-vacanze in Calabria.
Sarà un acquisto di cui certo non vi pentirete, benché sia decisamente arduo scartare la pellicola trasparente in lega di titanio che avvolge la confezione regalo, e nonostante due dei tre Compact Disk all’interno siano di pasta di mandorle.

Attilio & Nunzio Wininny

* * * Il fotomontaggio ci è stato inviato da Giuseppe de Francesca, corredato da una interessante e-mail che esprime il punto di vista del suo alter-ego: "Depandesca" . clicca qui per leggere l' e-mail * * *

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