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Un insolito fenomeno naturale sconvolge l’Abruzzo
QUANDO LA NEVE SI TINGE DI GIALLO
Incredibile avvenimento in provincia dell’Aquila: l’oro piove dal cielo, ma la gente ha paura…


Valpelosa (l’Aquila) -
E’ possibile che l’oro possa piovere dal cielo? La risposta sembra scontata, eppure nel tranquillo paesino di Valpelosa – sfuggente località montana avvolta dagli aspri rilievi del Gran Sasso – la natura sembra fare strani scherzi. Una notevole quantità di oro è infatti letteralmente piovuta dall’alto, evento che ha provocato le più disparate reazioni, non solo fra gli abitanti del paese, ma anche fra gli studiosi. La cosa che lascia particolarmente perplessi questi ultimi è come l’oro non sia venuto giù in polvere, a pagliuzze o a pepite, ma sotto forma di lingotti da due chili. Ma veniamo ai fatti. Quella del 19 febbraio è una notte come tante altre a Valpelosa; i ragazzini e le galline già dormono, mentre la maggior parte degli adulti è al bar a giocare a carte o in casa a godersi la TV.
Valpelosa
Fuori nevica, come ogni inverno. E’ scoccata da pochi minuti la mezzanotte quando, all’improvviso, la gente avverte forti rumori provenire dai tetti delle case, come se vi cadessero grosse pietre dall’alto. Immaginate lo stupore della gente nel constatare che non si trattava di neve o di pezzi di ghiaccio, ma di lingotti d’oro a 24 carati! Eppure, inaspettatamente, la reazione generale non è stata di euforia, anzi la gente ha accolto strano evento con paura e preoccupazione, come si evince chiaramente dalle nostre interviste agli abitanti di Valpelosa. La signora Fragnulo è stata fra i primi ad accorgersi di quanto accadeva: “Stavo mangiando un piatto di peperoni e patate, come faccio sempre prima di andare a dormire, quando sento un tonfo tremendo provenire dal salotto. Corro a vedere, e cosa trovo? Un enorme pezzo d’oro aveva spaccato il tetto ed era penetrato in casa, distruggendo tutti i vasi con i legumi che avevo messo a bagnomaria e la frittata di ricotta preparata solo una decina di minuti prima. Che spavento, Gesù mio, e poi chi mi risarcirà i danni?!”. Molte altre persone hanno subito ingenti danni, non solo materiali, come per esempio il sig. Vaccarella: “Il lingotto ha sfondato il soffitto in corrispondenza della mia camera da letto, uccidendo sul colpo la mia capretta Elvira, che… ehm … si trovava casualmente lì proprio in quel momento. Ho perso un utile animale e una docile compagna al tempo stesso…cosa dire, sono distrutto”. Anche nelle parole di Ebbro Cavatappi, il cittadino più vecchio ed autoritario del paese, emerge la paura per le conseguenze della insolita nevicata: ”Questa mattina mio nipote Bartolo giocava con gli amichetti suoi a tirarsi la neve, ma non si è accorto che in una delle palle che aveva preparato c’era capitato uno di quei- come li chiamate voi- lincotti…così ha tirato innocentemente quella palla sulla testa di Gioacchino Pannocchia, un ragazzetto amico suo, che poi è lo stesso che lo prendeva sempre in giro, rompendogli la capoccia in due, come una noce. Come faceva mio nipote, poverello, a immaginare che accadesse una cosa simile! Questo è solo un esempio dei guai e dello spavento che sta portando questa nevicata diabolica, la gente ha paura e bisogna fare qualcosa!”. Proprio a tal proposito interviene la signorina Sgozzalupi, che si è recata personalmente dal sindaco del luogo per stabilire il da farsi : ”Vengo proprio ora dall’ufficio del sindaco. Mi aveva fissato un appuntamento per oggi pomeriggio, ma non ho trovato nessuno. Comunque questa notte si era già attivato, requisendo lui stesso la maggior parte dei lingotti in questione per poterli studiare e documentarsi . Poi, in mattinata, l’hanno visto allontanarsi in fretta con la sua auto e due valige piene; immagino che si sia certamente recato ad un incontro con un'Autorità nazionale, forse il Capo del Governo, ma evidentemente non è ancora tornato. Speriamo stia bene, stanno succedendo così tante cose brutte tutte insieme che non vorrei che fosse capitato qualcosa anche al nostro amato sindaco”.
Lingotti
Dunque la pioggia di lingotti d’oro ha seminato il panico nella tranquilla località di Valpelosa; la sana, vecchia, quieta vita di paese non può sopportare gli sconvolgimenti che questo frenetico mondo, sempre più preda dell’inquinamento e dei disastri ecologici, può procurare. Questo, forse, è uno dei tanti esempi di come la ricchezza non possa mai comprare la serenità, e di quanto il danaro sia un bene secondario per chi vive ancora una vita semplice e genuina. E’ con questa grande convinzione nel cuore, e con la mia pesante e grossa valigia, che lascio questo piccolo-grande paese e vi do appuntamento alla prossima volta.

Beato Dallapecora



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